Oggi prende vita qui sul blog una rubrica a cui tengo tantissimo e che rappresenta uno degli obittievi per il mio 2017: parla l'esperto. Ho pensato che la cosa migliore che potessi fare per le mie mamme fosse di donare loro contenuti utili, che potessero mettere in pratica con i loro bambini per migliorare la propria qualità di vita. Frequento diversi gruppi di genitori su FB e ho notato che uno dei problemi principali delle famiglie è gestire in modo equilibrato gli scatti d'ira dei bambini che a volte sembrano così immotivati da far perdere la pazienza. Ho quindi deciso di chiedere a chi ne sa più di me di illustrarci l'aspetto psicologico di questo comportamento e di darci consigli in merito (io prendo nota per il futuro).
Lascio quindi la parola ad Annalisa Bresciani, Psicologa Clinica, Educatrice prenatale
e neonatale, mamma di tre bambini. Con il suo lavoro aiuta le mamme e i papà ad
accogliere le diverse fasi della loro vita di genitori in modo più sereno,
trasformando le difficoltà in opportunità per vivere più gioiosamente accanto
ai loro figli.
"Quando il nostro bambino piange, si dispera, urla per motivi
per noi di poco conto, diciamocelo pure, disturba anche i genitori più calmi,
se però riusciamo a comprendere cosa prova il bambino in quel momento, tutto
diventa più facile.
La rabbia è il tentativo di un bambino di comunicare come
meglio riesce in un dato momento.
Tutti reagiamo in continuazione sia a quello che succede
dentro di noi, sia al contesto in cui ci troviamo. Lo so, sembra ovvio dirlo:
questo vale anche per i bambini anche se noi adulti rischiamo spesso di
dimeticarlo.
Un bambino arrabbiato
non è:
-
cattivo
-
problematico
-
ingrato
Capita che i genitori reagiscano ad un momento di rabbia del
proprio figlio con frasi tipo: “sei cattivo”, “non fare così”, “ma che problemi
hai, ti diamo tutto quello che vuoi”, “con quello che ho fatto per te”. Capisco
la frustrazione di una mamma o di un papà davanti ad un comportamento del
proprio bambino che si fatica a comprendere (ho tre figli, ne so qualcosa), ma
queste frasi, se volete davvero comprendere e aiutare il vostro bambino, sono
proprio da evitare.
Un bambino arrabbiato ha bisogno della nostra vicinanza e del nostro amore incondizionato,
non del nostro giudizio. Ogni volta che siamo in grado di accogliere i suoi
sentimenti, gli stiamo comunicando la nostra totale accettazione della sua persona.
È innegabile che il pianto insistente e le urla del proprio
figlio esasperino qualunque genitore, è fondamentale però capire che facendoci
sopraffare dai nostri sentimenti rimaniamo focalizzati su di essi dimenticando
che nostro figlio sta tentando di dirci
qualcosa.
Il bambino si
arrabbia quando sente di non avere il controllo della situazione, vorrebbe che
le cose andassero diversamente, ma sa di non avere i mezzi per cambiare quello
che non gli piace: alla base di ogni comportamento che esprime rabbia, c’è un
senso di impotenza (vale per tutti piccoli e grandi).
Un adulto che insiste per raggiungere i suoi obiettivi,
viene normalmente descritto come una persona determinata. Purtroppo, nel
confronto adulti-bambini siamo abituati ad usare parametri diversi: un bambino
che persegue in tutti i modi (quelli che conosce per età e sviluppo cognitivo)
un suo obiettivo viene sovente descritto come difficile da gestire o facile ad
arrabbiarsi…riflettiamoci!
Un bambino arrabbiato
è un bambino che:
-
sta
chiedendo attenzione
-
ha bisogno di aiuto
-
non
tollera più una situazione
I motivi per cui una persona si arrabbia possono essere
molteplici, ci si arrabbia di più quando si è stanchi, quando si deve
interagire con qualcuno che non ci piace, o interrompere qualcosa di
divertente, quando ci si sente traditi o incompresi e soprattutto la nostra
rabbia aumenta quando sentiamo che gli altri proprio non comprendono la ragione
del nostro comportamento. Ai bambini
capita quasi sempre: si arrabbiano per
cose che i “grandi” trovano futili o stupide, questo genera una grande
frustrazione e la frustrazione genera ancora più rabbia…così non se ne esce!
Ci sono genitori che rimangono sbigottiti sentendomi dire
che, nella maggior parte dei casi, le
reazioni di rabbia di un bambino
sono sane, credo che lo sgomento sia determinato da un lato da anni di
credenze per cui il “bravo bambino” è quello che non si ribella e che vive
sempre sottomesso al volere degli altri e dall’altro dalla paura di non essere
dei bravi genitori dal momento che il loro bambino mostra “cattivi
comportamenti”.
Un bambino che esprime la propria rabbia è in genere, un
bambino che ha fiducia nei propri
genitori e sa di essere accettato qualunque siano i suoi sentimenti:
attenzione questo aspetto è importantissimo, un bambino che ha fiducia, sarà un
ragazzino, un adulto, una persona che avrà fiducia in noi!
Trovo meno sano (anche se a breve termine più facile da
gestire), il comportamento di un bambino che non si arrabbia mai: quello che
viene visto sempre come un “bravo bambino” è individuo che già da piccolo si è
arreso reprimendo sentimenti di rabbia e frustrazione. Questi sentimenti
possono rimanere schiacciati fino a quando il bambino si sentirà abbastanza
forte per ribellarsi (hai presente quando si dice: “no dai, non ci credo, è
sempre stato così un bravo bambino”).
Il primo passo per
aiutare tuo figlio nei momenti di rabbia, è cercare di capire come si sente.
La nostra mente è in
grado di farci fare un salto al di là del nostro punto di vista permettendoci di
valutare come una situazione appaia agli occhi di un altro, questa capacità si
definisce, in psicologia, perspective
taking (assunzione di prospettiva).
Se ti sembra impossibile farlo, ti do una bella notizia: è
una capacità che può essere allenata!
Si distinguono tre forme di perspective taking:
-
riesco a
immaginare come vedi le cose tu
-
riesco a immaginare cosa pensi
-
riesco a immaginare cosa provi
Ti invito a provare a fare questo esercizio: quando il tuo bambino è arrabbiato per qualcosa, prima
di reagire in qualunque modo, pensa ai tre punti che ho elencato qui sopra e
immagina la situazione attraverso i suoi occhi, i suoi pensieri e i suoi
sentimenti.
Fallo ogni volta che senti che
stai perdendo la pazienza…mi piacerebbe
se venissi a raccontarmi cosa succede (trovi i miei contatti...)
Non dimenticare:
-
il nostro
comportamento è la lezione più importante: resta più impresso quello che
insegniamo con le azioni che quello che insegniamo con le parole. Se tuo figlio
è arrabbiato e strilla e tu gli urli di smettere, di fatto gli stai insegnando
che è giusto usare la rabbia per ottenere quello che si vuole, o almeno, è giusto
per il più forte.
-
Andare
oltre all’apparenza è importante, bisognerebbe sempre partire dall’idea che
il bambino si sta comportando meglio che può considerando le circostanze
(ambientali e di competenze).
Comunica a tuo figlio che comprendi i suoi sentimenti standogli vicino: un abbraccio, una
carezza, uno sguardo gentile sono una buona ancora nei momenti di sconforto;
aspettate insieme che la tempesta passi, passa sempre e passa prima se non è
alimentata da altra rabbia, solo quando sarà più calmo potrete riflettere
insieme (in base alle sue capacità) su quello che è successo.
C’è un gioco che
potete fare insieme in quel momento di transizione tra: “sono molto arrabbiato”
e “forse mi sta passando”, è il barattolo della calma, lo conosci?"
Se non lo conoscete allora questo tutorial è fatto proprio per voi, vi faccio vedere come realizzarne uno con pochissimo materiale che di sicuro avete a casa.
1 vasetto di vetro riciclato
3 cucchiai di colla glitter
3 cucchiai di detersivo
poche gocce di colorante alimentare
acqua calda
colla a caldo
3 cucchiai di colla glitter
3 cucchiai di detersivo
poche gocce di colorante alimentare
acqua calda
colla a caldo
PROCEDIMENTO:
Metti nel vasetto un po' di acqua calda senza riempirlo e sciogli dentro alcune gocce di colorante alimentare.
Aggiungi la colla glitter
e il detersivo, mescolando bene il tutto, in modo da sciogliere la colla. Se avete dei brillantini più grande o delle paillettes si possono aggiungere in questa fase ma il barattolo della calma viene bene anche senza. Aggiungete altra acqua fino a riempire il vasetto.
Ora viene la parte più difficile, la sigillatura. Mettete della colla a caldo nella filettatura e avvitate velocemente il tappo prima che si asciughi. Sigillare anche nella parte esterna, tra il vetro e il barattolo. Controllate che non esca neanche una goccia d'acqua quando capovolgete il barattolo.
Questo passaggio è facoltativo ma se volete rifinire un po' il vostro barattolo potete coprire i mille strati di colla con della passameria o del nastro, di sicuro ne avete di riciclo conservati da qualche parte.
Ed ecco che il barattolo della calma è pronto! Ogni volta che il vostro bimbo si innervosisce o si arrabbia provate a proporgli questa semplice attività. L'oscillazione dei glitter nell'acqua possono diventare quasi ipnotici (non riuscivo a staccarmi) e potrebbero aiutarvi a gestire le piccole lotte quotidiane.
Spero che questo post vi sia piaciuto e che vi sia stato utile. Sarei molto felice di sapere che altri argomenti vi piacerebbe trovare prossimamente nel blog, sarebbe bello far crescere insieme questa rubrica.
Un abbraccio!
Sara
I contatti di Annalisa:
sito: www.annalisabresciani.it
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Trovo questo argomento davvero molto interessante ed ho davvero bisogno di un aiuto di questo genere quindi chiedo consiglio. Ultimamente il mio bimbo, che a febbraio fa 13 mesi, si arrabbia molto sul fasciatoio quando lo cambio o vesto, si dimena, vuole alzarsi e piange disperato e io a mia volta sono disperata, sopratutto perché è molto pericoloso e si può far male e sono così addolorata a sentirlo piangere così disperato, mi rendo conto ora leggendo che sicuramente in questa fase dove lui ama esplorare odia sentirti costretto e dover star fermo e odia essere tenuto fermo, ma visto che è pericoloso deve stare fermo, perché altrimenti come faccio a cambiarlo e vestirlo? quindi volevo chiedere mi potrebbe aiutare il barattolo della calma? visto che lui lancia tutto in terra, potrei farlo anche con un barattolo di plastica? Grazie mille Laura
RispondiEliminaCiao Laura, sono Annalisa, per quanto riguarda l'usare la plastica cedo che si possa fare benissimo purchè sia trasparente (Sara correggimi se sbaglio), penso che Sara abbia preferito il vetro per essere fedele all'approccio montessoriano. Parlando dell'avversione del tuo bimbo per il cambio e il fasciatoio, è proprio tipico di molti bimbi della sua età. Io ti consiglierei di provare a cambiarlo sul vostro letto, se dovesse cadere dimenandosi, non si farebbe molto male e poi dovrebbe stare proprio fermo solo nel momento del cambio del pannolino ( e qui può essere utile avere il suo barattolo della calma a portata di mano). Pe te sarà un po' più difficile rivestirlo, ma anche questo momento potrebbe diventare un bel gioco (a tutti i bambini piace scappare vestiti solo con il pannolino!).
RispondiEliminaGrazie infinite davvero per avermi risposto, sì, anch'io preferivo in vetro per rimanere fedele all'approccio montessoriano, ma per ora lancia tutto e anche se provo a farglielo capire per lui ancora è un gioco e si diverte a buttare tutto in terra e a sentire il rumore che fa e in questo caso sarebbe proprio un vero disastro!!! Sto infatti provando a cambiarlo nel letto e ci divertiamo a scappare senza pannolino o con solo pannolino 😁 😜 Grazie mille ancora! Laura
RispondiElimina